I Muri Di Carta #2 - HOEK & TADH BOY [intervista]

Ostia, ottobre 2017

La seconda volta non si dimentica mai…
e infatti dopo omino71 abbiamo deciso di chiamare i rinforzi e prepararci per il secondo attacchinaggio raddoppiando, con due nomi che se attraversi Roma devi per forza aver letto sui muri: HOEK e TADHBOY.

Hoek & Tadh Boy avanti a "Regime" (poster di Tadh Boy - foto di a.DNA collective)

Tra un “Speriamo che sta volta durano!!!” e “Glie famo la guardia noi…”, il primo vento autunnale ci ha “aiutato” ad attaccare i due poster di 3m x 2m nelle due nicchie di Affabulazione che ci ospitano dai fatti dell’estate 2016.

I due poster, una volta tirati su, appaiono perfettamente inscritti nella struttura, richiamando il rosso delle pareti esterne alle cornici architettoniche che fanno da supporto ai muri di carta (in foto).
La potenza del tratto grafico pulito e netto che contraddistingue entrambi gli artisti, dà forza alle due immagini che svettano, infatti, entrando nell’ampio campo visivo formato da piazza Marco Vipsanio Agrippa e via della Corazzata (ingresso alla zona di Ostia Nuova - Ponente).

Hoek & Tadh Boy - Affabulazione (Ostia) - foto di a.DNA collective

> Perché Hoek e Tadh Boy insieme?
Perché abbiamo visto ultimamente un bel po' di collaborazioni tra i due, proprio in concomitanza con l’uso più frequente dei poster e degli sticker, per lo più realizzati a mano, che hanno usato per bombarsi alcune zone di Roma… ma vi accorgete da soli leggendo ciò che hanno da dire, del perché questi due tipi loschi li abbiamo visti bene insieme per I Muri Di Carta, dando vita a “La Verità” e “Regime”.

Hoek & Tadh Boy avanti a "La Verità" (poster di Hoek - foto di a.DNA collective)


Tadh Boy: Premetto che non ho grandi skills oratorie, non sono un tipo a cui piace parlare troppo, però ci provo…


- Entrambi siete cresciuti dipingendo graffiti iniziando dal vostro tag, giusto? Cosa significa per voi dipingere per strada il proprio nome, come avete iniziato e perchè proprio Hoek e TadhBoy?

Tadh Boy: Mi sono avvicinato al graffito abbastanza tardi, mi pare nel 2005, e ci ho messo pure un pochino di tempo a canalizzare il mio flusso in questo sport.
Diciamo che mi è sempre piaciuto disegnare, ed ho trovato nei graffiti il mezzo perfetto per dare sfogo a questa mia esigenza… ovvero esprimermi senza dover render conto a nessuno.

Hoek: Ho iniziato al primo anno di liceo avendo conosciuto gentaccia che già scriveva il proprio tag e mi hanno indottrinato… il tag mio non è altro che un cambio di lettera da Hook (capitán Uncino), lettera cambiata per rispetto ad un writer che aveva già un nome simile (Book) e all' epoca il rispetto sull' originalità del nome era abbastanza importante… ho iniziato perché era una cosa naturale per me molto istintiva.
Tadh Boy: non ho mai dato tanta importanza al nome, per me dipingere per strada significa solamente stare al giro, fasse le traversate a sgamare gli spot, significa mettersi alla prova, significa vivere e conoscere la città, significa stare al ciocco, significa dormire poco, significa autocelebrarsi, significa essere mal visto dalla propria famiglia, significa conoscere tanta gente potente ed altrettanti coglioni, significa criticarsi, significa che mo la smetto perché potrei andare avanti per ore.
Non avendo mai intrapreso studi artistici non ho mai saputo/voluto disegnare robbba che non mi “appartenesse” go boy, go naif!
Ho cominciato a dipingere grazie ad un mio caro amico che già lo faceva da tempo ed ora non ci sta più... r.i.p Alessio.
Mi ricordo ancora la prima volta che ho preso seriamente in mano uno spray, stavamo sul lungolinea tra metro Garbatella e Piramide e ci stava ancora il muro degli ex mercati generali che costeggiava i binari della lido; al mio fianco un bloccone dei Global Force... ma questa è roba passata e non sto qui a raccontarla.
Tadh è il mio nome, di più non so che dirvi.


- Come mai avete iniziato ad usare anche la carta come supporto per i vostri lavori in strada? 
Hoek: …sono diventato vecchio e non ho più le palle per fare il writer vero ahahah il poster è per me un buon compromesso per rimanere comunque attivo in strada che è una cosa a cui tengo molto ancora.

Tadh Boy: L’approccio con la carta è sicuramente stato quello di due writer stanchi della solita routine, nasci, dipingi e crepa.... ahahahahahahahaha vero boy?
Scherzo, in realtà non saprei dirlo, mi sono sempre ritenuto un writer non convenzionale e questo non perché abbia, bene o male, prediletto i puppet alle lettere (quella del writer è un’attitudine non una categoria. punto), ma perché mi sono sempre tenuto fuori il più possibile dalle classiche dinamiche di chi fa graffiti.
Per farla semplice diciamo che mi piace sperimentare, la carta è solamente uno dei tanti modi che uso per esprimermi.
Che siano graffiti, adesivi o poster poco cambia... e pensa che ci sta ancora un botto di gente che ha bisogno di categorizzare, di dare un nome a tutto questo… pff
Il primo poster lo ho disegnato per ShitArtFair3 (organizzato da Guerrilla Spam –2015, Torino) e mi sono divertito un sacco.
Mi ricordo una sera tornavo dallo studio di Hoek verso casa ed ho attaccato tutti i poster che avevamo disegnato durante il giorno, ci stava ancora un botto di gente in giro ma mi sono sentito comunque più “leggero”... se mi fossi messo ad alzare tag e throw-ups sarebbe stato uguale? mmmm
Vabbè diciamo che ci proviamo ma siamo due pippe.


- Quali sono le differenze sostanziali, per voi, tra il dipingere direttamente sui muri e preparare sticker o poster dipinti a mano prima di attaccarli per strada?

Hoek: Io dipingo sempre in freestyle quindi quando andavo per strada era tutto completamente istintivo, c’era poco tempo per pensare… mentre davanti a un foglio puoi starci ore.

Tadh Boy: Oltre al fatto che attaccare un poster o un adesivo sia un gesto sicuramente più tollerato di questi tempi, non penso ci sia troppa differenza tra fare graffiti e attaccare poster. Conosco sia graffitari che posteristi e posso dire che quelli che spaccano hanno un’attitudine pressocchè uguale a prescindere da quello che fanno.
(ah ovviamente a livello penale ci sono un pochino di differenze)


- Quanto queste due opzioni diverse di intervento in strada (vernice spray diretta o su carta), influenzano lo stile ed il risultato finale? Anche i contenuti cambiano? Come?

Tadh Boy: Lo stile è il medesimo, cambia solo il mezzo.

Hoek: La differenza non c'è, ho sempre fatto puppet, poi se sono fatti a spray su muro o a marker su carta è comunque la stessa cosa e il messaggio non c'è quasi mai, è solo divertimento.


- Cosa è cambiato dai tempi dei vostri primi pezzi ad ora, nella scena dei graffiti e più in generale nell'arte urbana più vicina a voi? 

Tadh Boy: No comment.
(andatevi a spizzare Partners In Crime vol 1 e 2)

Hoek: Dai tempi dei primi pezzi ad ora, nel 2017, è cambiato soltanto che adesso con internet basta la foto e tutti sanno che hai fatto un graffito da qualche parte… invece prima era la strada che ti rendeva "famoso" e in vista.


- "La Verità" è il poster che hai dipinto per I Muri Di Carta, spiegane il significato e perchè hai deciso di dipingere proprio questo soggetto.

Hoek: Ho scelto la verità come tema perché è una questione che mi ha sempre intrigato soprattutto essendo una persona che non ha mai pensato di possedere la verità su nulla… sono sempre pieno di dubbi e mi spaventa la gente che si sente di avere la verità nel proprio palmo della mano.
Quindi ho rappresentato “La Verità” con un mio puppet normalissimo, senza nessun riferimento a nessuno… qualcosa di completamente inespressivo che viene tastato da persone cieche dipinte come piccoli omini… è come in un racconto antico giapponese (La parabola) dei sei ciechi con l’elefante: questi uomini pensano che la parte che loro percepiscono al tatto sia essa stessa l’unica parte che esista, ovvero la verità secondo il loro punto di “vista", ma per aver un’idea della Verità su qualcosa, alla fine non basta il piccolo vissuto personale.

"La Verità" - HOEK (foto di a.DNA collective)

- "Regime" è il poster che hai dipinto per I Muri Di Carta, spiegane il significato e perchè hai deciso di dipingere proprio questo soggetto.

Tadh Boy: Regime... il significato lo dice la parola stessa.
Non amo gli spiegoni e se posso ve li evito.
Posso?
Si
Grazie.

"Regime" - TADH BOY (foto di a.DNA collective)

- A cosa vi ispirate quando dipingete; quali elementi esterni influenzano i vostri lavori (artisti, fumetti, eventi attuali, elementi architettonici, contesti urbani etc...)?

Hoek: Influenze? Milioni! Soprattutto ora che con i social puoi seguire artisti da tutto il mondo… prima ero ispirato dai cartoni animati che guardavo sin da piccolo, ma cerco sempre di non assomigliare troppo a qualcuno, mi piace ricercare l’originalità!

Tadh Boy: Diciamo che per ispirarmi vado a periodi e dipende anche da chi mi sta intorno.
Per farti un esempio un giorno la mia ragazza ha riportato a casa delle vecchie fotografie trovate vicino ad un cassonetto... ne ho pimpata una per sfizio ed ora ne ho uno scatolone pieno zeppo (compratele che non so più dove metterle per favore).
Mi ricordo una volta con il K ci siamo sfidati a fare 101 throwie (throw-up, ndr.) in pochi mesi e così è andata.
Ovviamente la città gioca un ruolo importante in tutto questo, mi piace osservare tutto ciò che mi circonda, mi piace essere sempre aggiornato su chi fa cosa, anche se devo confessarti che ultimamente ricevo pochi stimoli dalla strada, e soprattutto te cugino ti voglio più incazzato! 


- Cosa significa fare graffiti ed arte in strada nel 2017?

Hoek: Non significano una mazza… i graffiti sono puro egocentrismo, il significato lo trovano in galleria per vendere qualche quadro.

Tadh Boy: Non ci sta un significato universale, ogni persona che ho conosciuto lo fa per un motivo diverso... ed è questo il bello.
Ogni volta che disegno su un foglio come su un muro mi sento bene, penso ci sia un momento per ogni cosa, ora faccio questo, un domani forse continuerò a farlo ma in modo diverso.
Se dicessi che lo faccio per divertirmi o per gioco direi una cazzata.
Lasciare a tratti un messaggio... di stile o di attitudine... è bello pensare che sia così.
Per chi continua a criticare posso solo dire che è arrivato il momento che vi facciate una cultura anche su questo movimento (proprio come ve la siete fatta per tutte quelle puttanate che vi affollano la testa).

Che io sia un artista, un graffitaro o un toy poco cambia, in finale lo faccio e basta.


(foto del work in progress a.DNA collective)










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